La sensazione di avere la bocca secca è una delle lamentele più frequenti che gli odontoiatri si sentono rivolgere dai loro pazienti. La xerostomia non è una malattia vera e propria, ma una condizione clinica, risultato dell’azione di fattori locali o sistemici.
1) Farmaci: l’invecchiamento della popolazione con la relativa possibilità di convivere per anni con varie malattie croniche fa sì che molti pazienti, in cura negli ambulatori odontoiatrici, siano in polifarmacoterapia. Di fatto i farmaci xerostomizzanti sono tantissimi (analgesici, ansiolitici, anticolinergici, anticonvulsivanti, antidepressivi, antiemetici, antiflogistici, antineoplastici, antiaritmici, antiparkinsoniani, antipertensivi, antipiretici, antipsicotici, antistaminici, decongestionanti, diuretici, miorilassanti, narcotici, psicostimolanti). Più farmaci vengono assunti nel medesimo giorno, maggiore è la riduzione del flusso salivare. Tale condizione è reversibile, nel senso che la sospensione del farmaco migliora il flusso salivare.
2) Invecchiamento: l’avanzare dell’età porta ad una riduzione della componente secernente delle ghiandole salivari.
3) La radioterapia per neoplasie testa collo dà una xerostomia dose dipendente, anche grave.
4) La sindrome di Sjogren (sindrome sicca) sia nella forma primitiva che secondaria.
5) La respirazione orale.
6) Il fumo di sigaretta.
7) Sarcoidosi, diabete mellito, diabete insipido.
Clinica:
il paziente con xerostomia si presenta con mucosa secca e appiccicosa, la saliva è scarsa e densa, ci può essere infezione da candida. Per una diagnosi più precisa si dovranno eseguire i test scialometrici.
La condizione clinica di base suggerirà se ricorrere ad esami radiologici e di laboratorio ed alla biopsia delle ghiandole salivari. E’ frequente riscontrare un eccessivo ricorso alla biopsia delle ghiandole salivari minori del labbro, dal momento che, come detto , non esiste una equivalenza xerostomia – sindrome di Sjogren.

Sindrome sicca in una paziente di 75 anni.