Il capitolo della infezione orale da HPV (human papilloma virus) deve essere conosciuto dall’odontoiatra, sia per le lesioni benigne (papilloma, verruca e condiloma) di frequente riscontro nel cavo orale, sia per l’importante dibattito, all’interno della comunità scientifica, circa il ruolo dell’HPV nella genesi del carcinoma orale.

Se il ruolo che l’HPV gioca nella genesi del carcinoma della cervice uterina è ampiamente riconosciuto, ci sono, altresì, sempre più osservazioni riguardo la relazione causale con carcinomi di altre sedi, come quella ano-genitale, laringea, faringea e del cavo orale.

Il costante mutamento delle abitudini sessuali nel corso degli anni (inizio dell’attività sessuale sempre più precoce, aumento del numero dei partner sessuali, rapporti di tipo orogenitale) ha influenzato la nostra relazione con il virus, nel senso di un aumento della prevalenza dell’infezione da HPV (infezione genitale), che in Europa è stimata essere presente nel 29-45% delle donne tra i 20 e i 24 anni.

Tra gli oltre 130 genotipi identificati di HPV, ve ne sono alcuni che più frequentemente si associano alle lesioni testa collo e ano genitali.

Sono stati divisi in:

  • HPV ad alto rischio oncologico (in particolare il 16 e 18) associati ai carcinomi.
  • HPV a basso rischio oncologico (in particolare 2,4,6,11) associati a neoformazioni benigne (papillomi, verruca volgare e condilomi).

Il virus si trasmette principalmente per via sessuale, sia attraverso le secrezioni genitali nel contatto diretto mucosa-mucosa, sia tramite la saliva nei rapporti oro-genitali. Un’altra modalità di trasmissione è quella indiretta (biancheria sporca, oggetti contaminati, strumentario medico infetto). Il virus può infettare anche per via verticale (materno fetale) durante il parto o post partum.

Clinica

  • Infezione latente: costituisce un serbatoio di infezione potenziale in assenza di lesioni. Circa il 10% della popolazione rientra in questo gruppo.
  • Papilloma squamoso: neoformazione peduncolata con aspetto a cavolfiore, che interessa la mucosa non cheratinizzata (palato molle, ventre linguale) e cheratinizzata (palato duro). È la manifestazione orale più frequente causata dal HPV (più frequenti i tipi 6 e 11)
  • Verruca volgare: più frequente a livello cutaneo che mucoso. È dovuta per lo più ai tipi 2 e 4. La lesione è più frequente nei bambini, che si autoinoculano il virus, interessando la mucosa cheratinizzata di gengiva e dorso lingua. Con la maturazione del sistema immunitario l’infezione tende ad autolimitarsi nel corso di 2- 3 anni.
  • Condiloma acuminato: molto più contagioso rispetto alle precedenti lesioni, spesso si associa ai condilomi genitali. I tipi di HPV più frequentemente associati sono il 2,6,11. I condilomi sono di più difficile individuazione, perché possono essere molto piccoli e di colore rosa così da “mimetizzarsi” con la mucosa circostante. Un aspetto caratteristico è quello di presentarsi in forma multipla, a grappolo. Prediligono la mucosa non cheratinizzata (palato molle, ventre lingua).
  • Carcinoma squamoso: l’esperienza degli ultimi anni ha delineato una clinica del carcinoma squamoso del tutto nuova, rispetto a quella classica, descritta in soggetti per lo più maschi, oltre i 60 anni, fumatori e bevitori, che facevano tumori nella cavità orale propriamente detta (bordi lingua, pavimento, mucosa guancia, gengiva edentula). Il carcinoma correlato all’HPV (16,18 e altri tipi) colpisce prevalentemente soggetti giovani, per lo più maschi, spesso non fumatori e con localizzazione orofaringea (pilastri palatini, ugola, palato molle, parete posteriore della faringe, base linguale). Come detto sopra questo tumore sembra correlarsi alle abitudini sessuali, più che al fumo e all’alcol e, cosa preoccupante, è in ascesa epidemiologica. Si stima che in un futuro prossimo il tumore orofaringeo legato ad HPV oltrepasserà quello della cervice uterina, e sarà il primo tumore non cutaneo dell’area testa collo.

Grandi speranze sono rivolte alla vaccinazione contro l’HPV in età prepubere. In commercio ci sono 2 vaccini (Cervarix e Gardasil), approvati per la prevenzione del carcinoma della cervice uterina e consigliati anche al sesso maschile. Le basi teoriche fanno ben sperare circa un ruolo preventivo del vaccino nei confronti dell’attività oncogena di HPV con benefici sia per la sfera genitale che orofaringea.

Per la prevenzione del carcinoma orofaringeo non esiste un esame di screening ben codificato, come per il carcinoma della cervice (Pap test). Un aiuto è costituito dal prelievo mediante cytobrush di cellule epiteliali orofaringee e nella ricerca, tramite tecniche di biologia molecolare (PCR), di materiale genetico virale (diagnosi di infezione) con possibilità di tipizzare il virus (appartenenza a classe ad alto o basso rischio di trasformazione maligna), in modo da poter fissare un programma di follow up adeguato.

Papilloma

Verruca

Condiloma

Carcinoma oro faringe