La Burning Mouth Syndrome (BMS) è una malattia cronica, caratterizzata dalla sensazione di bruciore orale, talvolta di elevata intensità, in presenza di una mucosa clinicamente sana e in assenza di malattie locali o sistemiche. Questo contrasto tra ciò di cui il paziente si lamenta (“mi sembra che la bocca mi prenda fuoco”) e l’assenza di lesioni obiettivabili, fa si che molti pazienti colpiti da BMS vivano con frustrazione la loro malattia, perché o non vengono creduti o vengono liquidati come psicolabili oppure girovagano tra i vari specialisti alla ricerca di una malattia con relativi esami e terapie del tutto inutili.

La BMS, malattia in espansione nella società moderna, colpisce più frequentemente il sesso femminile, in età peri e postmenopausale. Il bruciore di lingua e labbra costituisce l’elemento caratterizzante della malattia, ma i pazienti possono riferire anche sensazione di spilli, sabbia sui denti e altri disturbi disestetici. Frequente l’associazione con disgeusia (sapore metallico, salato), disosmia, faringodinia, odinofagia, disfagia e disturbi intestinali non ben definibili. Il senso di bruciore può colpire anche altre sedi, come i genitali (vulvodinia) e l’ano (anodinia).

Un aspetto molto importante della BMS è quello psicologico, poiché molto spesso si tratta di persone con ansia, depressione, cancerofobici, irritabili. Difficile dire se tali aspetti siano primari alla BMS oppure la conseguenza di essa, ma il loro trattamento è considerato fondamentale. Di particolare importanza l’insonnia, che non va trascurata, vista la sua capacità di rendere instabile tutto il quadro psicologico e di favorire le recidive di ansia e depressione.

Per fare diagnosi di BMS primaria è necessario escludere tutte le cause sistemiche e locali che possono provocare bruciore orale. A livello sistemico hanno importanza il diabete, le anemie ferro prive, gli stati carenziali di vitamina B12 e folati, le allergie, le alterazioni menopausali, la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, gli accidenti cerebrovascolari, le metastasi, il carcinoma polmonare non metastatico. Riguardo il cavo orale valutare la eventuale presenza di candidosi, lichen planus, stomatite aftosa, allergie ai materiali dentali, cause di iposcialia.

La BMS può non essere facilmente distinguibile da altri dolori oro-facciali come il dolore facciale atipico, la nevralgia post erpetica, la nevralgia del trigemino ed i disordini temporo-mandibolari.

Patogenesi

La BMS viene inquadrata sia tra i dolori neuropatici, che tra le malattie psicosomatiche. Gli studi di neuroscienze evidenziano la sempre più stretta relazione tra psiche e plasticità neuronale, che si riflette anche sulla funzione delle vie nocicettive. Nella pratica, la cura di entrambi gli aspetti, quello più propriamente neurologico e quello psicosomatico, è fondamentale nella maggioranza dei pazienti.

In breve, a livello periferico biopsie dei 2/3 anteriori della lingua hanno evidenziato un deficit numerico e strutturale delle piccole fibre trigeminali con conseguente sovraespressione, nelle fibre residue, dei recettori TVRP1 sensibili alla capsaicina e la cui stimolazione determina bruciore. A livello centrale è stato visto un deficit delle vie nigrostriatali dopaminergiche, che hanno un ruolo importante nella modulazione del dolore e una diminuita funzionalità del pathway inibitorio discendente adrenergico-serotoninergico. Questo ultimo aspetto è importante perché ci collega all’ansia e alla depressione con relativa efficacia della terapia cognitivo-comportamentale e uso di farmaci inibitori dei reuptake di serotonina e noradrenalina.

Terapia

Non esistono linee guida per la BMS, e in letteratura si respira un clima di sconforto riguardo i successi terapeutici. La guarigione spontanea avviene nel 4%-5% dei casi. Le varie scuole seguono vie terapeutiche diverse, ma dai dati della letteratura, gli indirizzi terapeutici più seguiti sono:

  • Stabilire una relazione empatica con il paziente.
  • Terapia cognitivo-comportamentale.
  • Terapia topica a base di clonazepam in gocce o compresse da succhiare.
  • Terapia sistemica con farmaci psicotropi (di competenza psichiatrica).
  • L’acido alfa lipoico come integratore (forte antiossidante).
  • Capsaicina (difficile da gestire).

Tali terapie possono essere usate in associazione tra di loro, con schemi diversi a seconda delle varie tipologie di pazienti. Gli studiosi italiani sono molto attivi in questo campo (ad esempio la scuola napoletana) e la sempre maggior esperienza nel trattamento della BMS non ci trova d’accordo con il pessimismo che vede la BMS come una malattia incurabile.

La foto mostra che il problema è il bruciore in assenza di lesioni (BMS primitiva). La foto, presa da internet, è ironica, ma in realtà il disturbo può essere tale da minare seriamente la qualità della vita di chi ne soffre.