Le gengiviti che giungono all’osservazione dell’odontoiatra sono, nella maggior parte dei casi, infiammazioni legate alla presenza di placca batterica e come tali rispondono bene alla terapia di igiene professionale ed alla motivazione all’igiene orale domiciliare.
Nel caso in cui il controllo dei fattori locali di infiammazione non porti ad un sostanziale miglioramento del quadro gengivale, il clinico deve prendere in esame la possibilità di trovarsi di fronte ad una GENGIVITE DESQUAMATIVA (GD).

Il termine Gengivite Desquamativa si riferisce ad un aspetto clinico della gengiva, dovuto ad un processo infiammatorio, causato nell’80% dei casi da patologie mucose o muco cutanee a genesi autoimmunitaria e per questo non strettamente correlate alla presenza di placca batterica. Le 3 patologie che più frequentemente causano la GD sono:
1) Lichen Planus Orale.
2) Pemfigoide delle Membrane Mucose.
3) Pemfigo Volgare.

La GD interessa la gengiva aderente risparmiando quella marginale. Nel caso di coesistenza di GD e gengivite da placca, con relativo interessamento della gengiva marginale, l’odontoiatra osserverà, dopo la terapia causale, una guarigione delle lesioni marginali, senza un sostanziale miglioramento delle lesioni della gengiva aderente; a tal proposito non bisogna cadere nell’errore di continuare a sottoporre il paziente a ripetute sedute di igiene professionale sino ad arrivare alla chirurgia gengivale ,credendo di trovarsi di fronte ad una patologia parodontale , errore, purtroppo, frequente.
Clinicamente la GD si presenta con quadri che variano da un eritema più o meno acceso ad infiammazioni più gravi con presenza di erosioni, bolle e, fragilità epiteliale, essendo quest’ultimo segno tipico delle malattie vescicolo bollose; in questo caso il clinico andrà alla ricerca del segno di Nikolsky, che consiste nella facilità al distacco dell’epitelio e/o alla formazione di bolle, allorquando la gengiva è sottoposta a stimolo meccanico tipo pressione o strofinamento. Un segno di Nikolsky positivo indirizzerà il clinico verso una forma vescicolo bollosa (Pemfigo, Pemfigoide). La sintomatologia può essere assente nelle forme meno gravi (in questi casi è l’occhio esperto del clinico a sospettare la GD) oppure il paziente riferisce solitamente un senso di bruciore più o meno diffuso alla gengiva aderente.
La GD spesso si accompagna a lesioni che coinvolgono altre aree intraorali, e/o altre sedi mucose (genitali, oculari) oltreché la cute.

GENGIVITE DESQUAMATIVA

(nb: la placca può essere la conseguenza e non la causa del processo infiammatorio)

SEGNO DI NIKOLSKY

LICHEN PLANUS EROSIVO

PEMFIGOIDE DELLE MEMBRANE MUCOSE

Diagnosi

La biopsia è fondamentale per distinguere il Lichen dalle malattie vescicolo bollose. Essa deve seguire la regola generale di comprendere una parte significativa della lesione ed al tempo stesso anche una porzione di tessuto sano. La biopsia della gengiva affetta da Pemfigoide o Pemfigo non è semplice da effettuare, a causa della estrema fragilità del tessuto, richiedendo esperienza e occhio nella scelta della sede di prelievo.

L’immunofluorescenza diretta (IFD) è un esame molto importante, perché evidenzia la genesi autoimmunitaria della GD. Essa richiede un secondo sito di prelievo (di solito nella stessa seduta della biopsia) che deve essere in gengiva aderente sana vicina alla lesione. In un 20% circa dei casi di GD l’IFD e la biopsia non portano ad una diagnosi precisa; in questo caso si parla di Gengivite Desquamativa Idiopatica per la quale si invocano fattori ormonali e microbiologici, ma la cui etiopatogenesi, a tutt’oggi, ci sfugge. In questi casi può essere utile ripetere i prelievi bioptici in altre sedi gengivali per escludere con certezza patologie a genesi immunitaria.

Terapia

La terapia si avvale di cortisonici locali o sistemici e di altri farmaci immunosoppressori. Le malattie ad esclusivo interessamento orale sono di competenza del patologo orale. Frequentemente è richiesta l’interazione con altri specialisti, primo fra tutti il dermatologo.