Il paziente arriva in studio senza appuntamento, sofferente. Non ha voglia di parlare, la testa leggermente reclinata, la mano che copre la bocca.

Lo visito. Per prima cosa avverto che la cute del viso è calda. Si palpano bene i linfonodi sotto l’angolo della mandibola, bilateralmente. Nel cavo orale ci sono lesioni multiple che interessano più aree della bocca.

Dunque abbiamo un paziente di 40 anni, piretico, con linfadenite consensuale e lesioni ulcerative multiple intra orali. Inizia la diagnosi differenziale delle ulcere multiple del cavo orale: materia complessa. Noto 2 aspetti della patologia illuminanti: le ulcere prediligono la gengiva cheratinizzata e la mucosa del dorso lingua; sulla gengiva, inoltre, si dispongono molto vicine tra loro, a “grappolo”. Gengiva cheratinizzata e piccole ulcere a grappolo, nei pazienti immunocompetenti, sono la firma di un virus, che quando ci incontra non ci abbandona più: il virus erpetico, il tipo 1 per la precisione, conosciuto come “simplex” (HSV1). La malattia in questione è la Gengivostomatite erpetica primaria (GSHP) più frequente in età giovanile, ma riscontrabile, più raramente, anche negli adulti. Prescrivo l’aciclovir, al quale il paziente risponde bene guarendo.

Questo caso testimonia l’importanza della tempestività nel visitare i pazienti. Ci sono malattie del cavo orale, che, a fronte di manifestazioni cliniche severe, rispondono prontamente ai farmaci. Ad esempio mi viene in mente l’Eritema Multiforme (le forme minori, quelle di nostra competenza), caratterizzato da ulcere intraorali e labbra crostose, che inizia a migliorare non appena si assumono i cortisonici, con grande sollievo per paziente. Quando i colleghi mi telefonano descrivendomi i sintomi e inviandomi le immagini di un loro paziente, cerco di capire l’urgenza del problema, in modo da garantire una visita nel giro di poche ore: questo è un grande servizio che possiamo offrire e del quale le persone ci sono riconoscenti.